Lucido e sexy come un anthurium

Dietro le quinte di Bloom Forever, sensuale instaserie botanica

Parole di Licia Vignotto | Immagini di Giulio Michelini | Gennaio 2025

Chissà cos’avrebbero pensato i monaci medievali, se qualcuno avesse raccontato loro che le stesse piante che si impegnavano a disegnare per lo studio delle proprietà officinali, sarebbero state immortalate, da lì a qualche secolo, come provocanti bellezze sexy…

La storia della rappresentazione botanica è antica e affascinante, soprattutto è ricchissima. Un flusso ininterrotto di immagini, tecniche e sperimentazioni che dal passato remoto arrivano al tempo presente. Ed è in questo tempo presente che – simili nello stupore ai primi disegnatori di erbari – può capitarci di guardare un anthurium su Instagram e fare “pensieri impuri”.

Interno Verde Mag ha intervistato Giulio Michelini, ideatore del progetto artistico Bloom Forever, per farsi raccontare come nasce e a cosa tende questa sensuale e meravigliosa raccolta dedicata al mondo vegetale.

Giulio tu per certi versi sei “figlio d’arte”, cioè sei figlio e nipote di vivaisti. L’attenzione per la natura è qualcosa che ti ha sempre accompagnato?

In realtà no, ho studiato comunicazione a Roma, filosofia all’Università di Barcellona, design allo Ied, Garden design a Milano e Botanica da autodidatta. Negli stessi anni lavoravo nel mondo della musica, come producer e promoter. A un certo punto della mia vita, però, ho sentito la necessità di trovare un rapporto sincero e profondo con la natura. Quindi con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Tuscia e abbiamo ristrutturato un vecchio casale di campagna. Attualmente vivo qui, lontano dalla città, dai suoi ritmi frenetici.

Quando cominci a utilizzare la macchina fotografica come mezzo espressivo?

Ero appena tornato in Tuscia a lavorare come vivaista e progettista di giardini. La fotografia mi ha sempre appassionato ma solo da fruitore. Decisi di farmi prestare una vecchia Reflex e mi accorsi di avere un feeling speciale con la natura: non mi interessava ritrarre esseri umani, ho capito all’istante che i miei modelli sarebbero stati i fiori.

Quando e perché nasce Bloom Forever?

Nasce due anni fa con l’intenzione di catalogare ciò che mi circonda, creare un’enciclopedia botanica strutturata come una serie televisiva, a stagioni ed episodi. Ogni stagione ha il suo tema, ogni episodio esplora una nuova specie. La natura è punk, ha le sue regole ma ama infrangerle, le piante hanno cromatismi pazzi ma spesso vengono rappresentate in modo didascalico. Il mio approccio vuole avvicinare le persone alla natura, isolando i soggetti, esaltandoli. Astraggo i fiori dal loro contesto creando installazioni istantanee. Attualmente sto per terminare la terza stagione.

Ciò che maggiormente mi ha colpito nei tuoi lavori è la grande sensualità, riesci a far diventare sexy un anthurium…

Cerco di proposito questo effetto. Sperimentando ho capito che per amare la natura bisogna creare empatia, spingerla al limite, quando serve fino all’erotismo. Bloom Forever è un contenitore di emozioni, per certi versi riflette l’umore della mia vita.

Come scegli i tuoi soggetti? C’è un criterio, una ratio?

Su quasi 150 episodi che ho realizzato 130 ritraggono specie provenienti dal mio giardino. Non c’è una linea, seguo il flow delle stagioni. A volte mi soffermo su una specie per settimane o mesi, sono attratto dal ciclo di fioritura di alcune erbacee, dagli insetti impollinatori, dal sincronismo perfetto tra piante e insetti. Ogni fiore ha una storia, un racconto.

C’è un soggetto che ti è piaciuto più di altri fotografare, o a cui ti senti particolarmente affezionato?

Sono attratto dalle cosiddette infestanti, piante che se vengono elevate diventano qualcos’altro. Mi viene in mente l’acanto, la phytolacca, il verbascum, la ginestra per citarne alcune. Possono essere specie tossiche, malvolute perché causano problemi ai terreni, rubano linfa alle piante che crescono vicino.

Di recente hai pubblicato delle immagini scattate nella zona del Gran Sasso, c’è qualche novità in arrivo?

Sto cercando il modo giusto per andare oltre, a livello estetico e comprensivo. Sto cercando un ulteriore punto di vista, più estremo, per esplorare e far conoscere il mondo vegetale. Montagne, isole vulcaniche, specie endemiche. Sto sviluppando la mia ricerca recandomi nei luoghi selvaggi della terra per osservare e documentare nuove scoperte. Il mio prossimo viaggio sarà a febbraio nell’isola di Lanzarote, alla ricerca del fiore di lava, l’Echium.

Licia Vignotto

Redattrice | Responsabile del festival Interno Verde

Co-fondatrice dell’associazione Ilturco, che nel 2016 ha ideato e lanciato Interno Verde, e co-fondatrice dell’omonima cooperativa impresa sociale, creata nel 2021 per gestire al meglio l’evento. Responsabile del festival, descrive il suo lavoro “una via di mezzo tra l’investigatore privato e lo stalker”.

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