Nasce il Bosco Diffuso di Pianura

Un progetto per ripopolare di verde il territorio bolognese

Parole e immagini di Elisa Guerzoni | Febbraio 2025

In un mondo sempre più urbanizzato, dove il verde rischia di ridursi a pochi spazi ordinati, nel cuore della Pianura Padana prende vita un’iniziativa che punta a restituire alla natura i suoi ritmi e il suo spazio. Si chiama Bosco Diffuso di Pianura il progetto dell’associazione Resistenza Terra, nato con l’obiettivo di creare piccoli polmoni verdi, lasciati a rinaturalizzazione spontanea, per favorire la biodiversità nel territorio bolognese e combattere i cambiamenti climatici.

A rendere possibile questa iniziativa è stata la collaborazione tra l’associazione, che ha sede a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, e privati cittadini che hanno messo a disposizione i terreni per la piantumazione di piccoli alberi e cespugli autoctoni.

Questo fino al 25 gennaio scorso, quando nella cittadina di San Pietro in Casale si è tenuta la prima piantumazione su aree pubbliche, grazie alla sinergia tra amministrazione comunale, Resistenza Terra e Vivaio Vita Verde, con la partecipazione attiva di volontari, cittadini e studenti, a testimonianza di come il verde urbano possa diventare un progetto collettivo e condiviso.

Il Bosco Diffuso: un’idea che cresce

Il Bosco Diffuso di Pianura si distingue dai tradizionali progetti di forestazione urbana perché non prevede la gestione intensiva delle aree piantumate. Dopo la messa a dimora di circa 150 essenze autoctone, come querce, lecci, alaterni e cespugli, gli spazi saranno lasciati alla loro spontanea evoluzione. Senza sfalci frequenti o potature invasive, ma con il tempo necessario per sviluppare un ecosistema in equilibrio.

Un bel progetto in cui ognuno ha fatto la propria parte: i volontari dell’associazione Resistenza Terra si sono occupati della piantumazione, le essenze sono state fornite dal Vivaio Vita Verde, mentre il Comune ha individuato le due aree strategiche per il progetto pilota. Una accanto alla Casa della Musica, l’altra in fondo a via Soardina, nei pressi della linea ferroviaria. Queste zone, scelte anche per il loro valore ecologico, fungeranno da habitat per insetti impollinatori e uccelli insettivori, oltre a contribuire alla mitigazione del calore urbano e dell’inquinamento atmosferico.

La comunità che pianta il futuro

Il coinvolgimento della cittadinanza è stato uno degli aspetti centrali dell’evento inaugurale. Bambini, ragazzi e adulti si sono rimboccati le maniche per scavare, piantare e prendersi cura dei nuovi alberi. Un gesto semplice, ma dal grande valore simbolico e ambientale.

Oltre ai volontari dell’associazione Resistenza Terra e agli stessi membri del consiglio comunale di San Pietro in Casale, anche tanti cittadini hanno partecipato con entusiasmo. La giornata ha rappresentato non solo un’occasione per fare qualcosa di concreto per l’ambiente, ma anche un momento di sensibilizzazione sulla necessità di un cambio di mentalità nella gestione del verde urbano. Non tutto deve essere regolato da sfalci costanti e prati all’inglese: lasciare spazio alla natura significa anche incentivare la biodiversità e migliorare la qualità dell’aria.

l ruolo del pubblico

Il progetto si inserisce in un percorso già avviato dall’amministrazione comunale di San Pietro in Casale, come spiega Nara Berti, assessore all’Ambiente e alla Transizione Ecologica:

«avevamo già individuato aree pubbliche da destinare alla rinaturalizzazione, come il corridoio ecologico con 2mila piante e quattro stagni realizzato grazie ai fondi della Regione Emilia – Romagna. Il Bosco Diffuso nasce da questa sensibilità e dalla collaborazione con Resistenza Terra e la Consulta del Verde».

Coinvolgendo dunque anche un organismo consultivo di recente istituzione, la Consulta del Verde appunto, formata da associazioni del territorio, per garantire, in un contesto dichiarato di emergenza climatica, sostegno e confronto stabile con l’amministrazione relativamente agli indirizzi che riguardano il verde pubblico e privato.

Uno degli obiettivi futuri del Comune è ampliare l’estensione del progetto:

«ad oggi, abbiamo destinato circa 2.500 metri quadrati ma vorremmo arrivare a 5mila, mezzo ettaro. Vediamo se ci riusciamo».

Ma come si scelgono le aree più adatte? Berti chiarisce che la posizione è fondamentale:

«si individuano spesso aree interstiziali o vicine a fonti di rumore, come ferrovie o strade, così da creare anche barriere acustiche. Se invece si trovano in zone più centrali, bisogna renderle accessibili, magari con percorsi e panchine».

Il progetto potrebbe essere replicato in altri comuni della zona?

«Spero e penso di sì. Tutti i comuni di pianura hanno aree adatte a ospitare un bosco. Se questa iniziativa si espanderà, potremo parlare davvero di boschi diffusi».

Il Bosco Diffuso di Pianura rappresenta un modello innovativo, che supera l’idea del parco tradizionale per lasciare spazio alla rinaturalizzazione spontanea. Un processo lento e al contempo prezioso, che consente alla natura di rigenerarsi e di offrire alla città benefici concreti, dalla riduzione dell’inquinamento all’aumento della biodiversità.

L’evento di San Pietro in Casale dimostra come il coinvolgimento della cittadinanza sia la chiave per un cambiamento duraturo. Piantare un albero oggi significa investire nel futuro: un futuro più verde, più sostenibile e sempre più condiviso.

Elisa Guerzoni

Redattrice

Emiliana doc, viaggiatrice compulsiva e ballerina wannabe. Laureata in Editoria e Giornalismo, ama la fotografia, la pizza e i tulipani. Ad eccezione dei concerti (che adora), ad una serata chiassosa spesso preferisce una cioccolata calda ed un libro.

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