Quando il giardino è un atelier

Sculture, succulente e misteri a due passi da Piacenza

Immagini e parole di Ippolita Valentinetti | Aprile 2025

Basta arrivare di fronte al cancello, dove campeggia la scritta “Le boscaglie di Caio Gracco”, per rendersi conto di essere in un posto speciale, ricco di curiosità e invenzione. Siamo a pochi chilometri dall’abitato di San Giorgio Piacentino: attorno si aprono i campi coltivati e in lontananza si alza il profilo collinare dell’Appennino. Stiamo per entrare in un giardino privato che circonda una grande costruzione di campagna, in mattoni rossi. Fino alla ristrutturazione dell’edificio il giardino non esisteva, attorno all’edificio crescevano sterpaglie e erbacce, le cosiddette piante infestanti. Ora invece la natura si mescola all’arte: tra il prato, gli alberi e gli arbusti sbucano sculture e specchi sospesi, fluttuanti e ancorati a terra, calchi anatomici e personaggi fantastici, come la scultura in ferro dedicata a San Sebastiano e il faccione che sputa l’acqua della fontana, tra papiri e piante acquatiche. L’atmosfera è onirica, quasi mistica.

Qui abitano Valerio Saltarelli Savi e Maria Elena Richetti, che si occupano di arti visive da trent’anni. Il loro lavoro ha origine nelle installazioni, sculture d’arredamento per interni ed esterni, elementi decorativi, e si sviluppa fino al concepimento di pezzi d’autore. Particolarmente sensibili verso le tematiche della land art, sono cresciuti professionalmente ricercando e visitando parchi e spazi all’aperto, luoghi di grande fascino, di sperimentazione e innovazione, come la Fondazione Geri a Pistoia, Parco Sella in Trentino, Il Parco di Seggiano Daniel Spoerri a Grosseto. il loro repertorio è influenzato e prende ispirazione da questi spazi, la loro consapevolezza creativa si è plasmata grazie a diverse influenze e sfaccettature delle arti visive. Ultimamente sono concentrati sull’esterno e sulla decorazione del verde.

La loro è una casa atelier, ristrutturata da poco ma con un passato antico. In origine era una pertinenza della tenuta Il Gioiello, possedimento agricolo dei nobili Anguissola, che qui coltivavano le viti e producevano vino bianco, vinsanto e tante altre varietà, come hobby e passatempo di famiglia. Fuggivano dalla città, dall’elegante palazzo di via Giordani, per godersi il fresco della campagna. Esiste una targa con incisa una poesia di un erede Anguissola dove descrive proprio questa località come fresca e ventosa, aveva il proposito e le caratteristiche di un rifugio. Oggi la proprietà riunisce vari lotti, ed è frutto di stratificazioni e ristrutturazioni, fatte in epoche diverse. La penultima risale al 1882, venne effettuata dal contabile Andrea Bionda, che realizzò diversi interventi e per rinforzare il solaio utilizzò i binari di una vecchia littorina, recuperati chissà dove. L’ultima risale a una ventina d’anni fa, ovvero all’insediamento di Valerio e Maria Elena, che acquistarono nel 2007 l’immobile in pessime condizioni e si impegnarono per il completo ripristino. Il nome che hanno adottato, “Le boscaglie di Caio Gracco”, viene da un’iscrizione latina trovata durante i lavori: a quando risale? Come mai cita Caio Gracco, il tribuno romano fautore della prima riforma agraria? Domande che restano purtroppo senza risposta, ma il nome antico e misterioso ben si addice al pensiero che ha guidato l’intero restauro, che ha conservato tutto il conservabile, compreso l’antico pozzo artesiano profondo dodici metri.

Il carattere della casa atelier si annuncia già dall’esterno, dalla collezione di memorabilia che punteggia l’androne dove una volta si riparavano i trattori, dalla molteplicità delle opere esposte e collezionate, una wunderkammer all’aperto. All’interno, oltre agli spazi abitativi, sono stati ricavati un affollato laboratorio e uno show room, pensato per accogliere amici, ospiti e curiosi.

Al verde, che furoreggia tanto all’esterno che dentro le sale, ci pensa Valerio: «dovunque andiamo porta a casa delle piante», racconta Maria Elena. «Le compera, le rubacchia. Quel fico gigante per esempio viene da Pantelleria». La composizione botanica è davvero variegata, si incontrano rose e ulivi, palme, oleandri e tuie. Notevolissime le succulente, interessanti le piante collocate vicine, abbinate affinché possano crescere compenetrandosi.
Per la coppia vivere è contatto con la natura è fondamentale, come avere uno spazio dove poter entrare in relazione con le persone, senza per forza dover passare da un’interfaccia digitale.

Chi vorrà vedere coi propri occhi e conoscere questo affascinante universo dove passato, presente e futuro giocano insieme, è invitato a passare di qui domenica 13 aprile, quando le porte saranno aperte in occasione del festival Interno Verde Piacenza, che per la prima volta propone un percorso fuori dal centro urbano, per scoprire piccoli e grandi meraviglie situate a pochi chilometri dalla città. L’itinerario comprende il chiostro, il parco e la bellissima biblioteca settecentesca del Collegio Alberoni, che si potrà visitare prenotando una delle varie visite guidate, Villa Madonnina a Mucinasso, circondata da un grande parco che per l’occasione si animerà con le bancarelle degli artigiani e dei produttori agricoli locali, la casa atelier di Valerio e Maria Elena e la stupefacente Rocca di San Giorgio Piacentino, di cui si potranno anche vedere i preziosi ambienti interni.

La mappa e il programma completo si trovano qui.

Ippolita Valentinetti

Fotografa

Ippolita detta Poppy (Papavero) ha studiato Scenografia e Costume Teatrale. Specializzata in tessuti per l’arredamento d’interni, ha lavorato nel reparto di arredamento su diverse produzioni cinematografiche. Globetrotter fino a prima del Covid… rientra in Italia e inizia a lavorare in un vivaio, da questa esperienza sviluppa il suo primo progetto fotografico. Ha sempre utilizzato la fotografia in modo preponderante nei suoi progetti di scenografia, la ricerca immagini e iconografica sono state il tema delle sue tesi di laurea. In questi anni, dopo essersi ritrasferita in Italia ha deciso di concentrarsi su quello che le piace fare e portare avanti la passione per la fotografia documentaristica e del verde.

Condividi questo articolo