A Siena il Palio si prepara in giardino
Natura e socialità, aspettando le corse con la Contrada Capitana dell’Onda
Parole e immagini di Claudia Russo | Giugno 2024
Chiudete gli occhi e provate a immaginare uno spazio verde dove la natura si mescola al patrimonio culturale, dove la storia e le tradizioni sono vive e tangibili, la socialità e la condivisione protagoniste. Ora aprite gli occhi. Siete a Siena, città del Palio, nei giardini delle Contrade, luoghi che portano il segno della secolare competizione che due volte all’anno, il 2 luglio e il 16 di agosto, si corre in Piazza del Campo, cuore della città.
«Tanta della vita sociale dei contradaioli passa da questi spazi verdi» racconta Massimo Spessot, Priore della Contrada Capitana dell’Onda (il priore é la persona che regge la Contrada tutto l’anno, controllandone le attività e le manifestazioni). La sua – che fa parte delle diciassette suddivisioni storiche del capoluogo toscano – è contraddistinta dai colori bianco e celeste. “Il colore del cielo, la forza del mare” è il motto. Lo stemma è un delfino coronato alla reale, natante nel mare azzurro. In riferimento all’antico nome della sua via principale, via Malborghetto, la Contrada è tutt’oggi nota anche con la designazione toponomastica di “contrada di Malborghetto”. Il toponimo derivava dal remoto aspetto del rione, tra i più pittoreschi, ma al tempo stesso malfamati di Siena.
Oggi, superata questa antica nomea, la contrada si contraddistingue, oltre che per gli storici colori, anche per il verde. I suoi giardini, che prima erano un orto privato, furono acquistati a metà degli anni Novanta.
«Fu fatta una sottoscrizione e nel giro di pochissimo venne comprata l’area, con i soldi raccolti dagli Ondaioli stessi. Ha significato da subito tanto per noi, si capì immediatamente che avrebbe aiutato le attività sociali e istituzionali». Un angolo voluto, amato e curato quotidianamente da chi lo frequenta.
Gli alberi e le piante non sono molti, nonostante i giardini dell’Onda siano effettivamente ampi, perché serve spazio per accogliere i contradaioli, per organizzare grandi tavolate, preparare cene e feste, collocare chioschi per il cibo e console per la musica. «È più che altro uno spazio sociale», conferma sempre Massimo Spessot.
Ben dieci delle diciassette contrade hanno un giardino. Questi luoghi, oltre a rendere Siena un centro urbano decisamente rigoglioso, sono vere e proprie estensioni delle Società di Contrada, e sono vissuti sia dai contradaioli sia dai curiosi e dai turisti, in occasione dei numerosi eventi che, soprattutto l’estate, li animano. La vita della contrada passa indubbiamente da qui, dove si discute di strategie, di cavalli e di fantini. Le tanto anelate vittorie si celebrano con cene, feste e banchetti. La tensione prima della corsa viene stemperata con momenti di spensieratezza e convivialità, tamburini e alfieri si esercitano per il corteo storico che precede il Palio, e la musica risuona fino a tardi per i più giovani.
«I giardini dell’Onda rappresentano una sorta di residenza estiva» continua Massimo Spessot, «la Società invernale viene chiusa e tutte le attività si spostano qui. Inconsciamente, per noi Ondaioli, questo spazio è diventato il simbolo della contrada che esce dal perimetro delle mura della sua sede, e abbraccia il paesaggio e la città. Qualcosa che ci ha permesso di uscire dai nostri soliti schemi, quasi un simbolo di libertà, che ci permette di vivere appieno un’altra parte del nostro territorio».
© Contrada Capitana dell’Onda
© Contrada Capitana dell’Onda
© Contrada Capitana dell’Onda
Effettivamente, i giardini dell’Onda sono una vera e propria terrazza che si spalanca su Siena, offrendo una vista mozzafiato, in particolare, sulla valle di Porta Giustizia e sulla basilica di Santa Maria dei Servi, la cui fondazione risale al XIII secolo.
La storia, dopotutto, permea questo spazio naturale, che poggia sulla cinta muraria medievale della città, ed è attraversato da un pozzo di ispezione di un canale di epoca medicea, utilizzato anche nel Medioevo, e tutt’ora adoperato per raccogliere le acque, che confluiscono dalle zone sommitali. L’acqua, in questa parte dell’abitato, è del resto sempre stata protagonista, vista anche l’esistenza di numerose fonti: chissà se questa storica presenza abbia in qualche modo un legame con il nome della contrada, che oltre ad aver scelto i colori del mare, ha come araldica un delfino.
Ogni giardino di contrada, indipendentemente dalle dimensioni o dall’aspetto che può avere, è in definitiva un intreccio di vita, natura e cultura. Questi luoghi non rappresentano solo uno spazio vitale per i contradaioli che li animano, ma sono anche di estrema importanza per la comunità tutta, poiché sono esempi virtuosi e valide testimonianze di come un semplice giardino possa essere un aggregatore sociale, un luogo in cui scorre la vita, un polmone di biodiversità che rende le nostre città più belle e sostenibili, e infine, un angolo dove toccare con mano il passato e mantenere vive le tradizioni culturali.
© Contrada Capitana dell’Onda
* L’autrice ringrazia sentitamente il Priore Massimo Spessot e Rebecca Mencaroni, coordinatrice dell’area Archivio, Museo e Cultura della Contrada Capitana dell’Onda, senza i quali questo articolo non sarebbe stato possibile.
Claudia Russo
Redattrice
Classe 1997, Claudia Russo è nata a Bari ed è una storica dell’arte. Ama i viaggi, le serate conviviali e le buone letture, sogna una vita vista mare ed è sempre alla ricerca di posti nuovi da esplorare. Se la senti parlare con le piante, chiamandole per nome, sappi che è tutto normale.