Nella Casa delle Zucche, tra varietà rare e nuovi riti
A Longastrino il collezionismo di cucurbitacee incontra Halloween, insieme al gatto Pippo
Parole e immagini di Nadia Lafrizi | Ottobre 2025
A ottobre, sulle finestre e sulle tavole, le zucche sono presenti nelle nostre case, simbolo indiscusso di questo mese. Halloween si avvicina, ma anche una lunga tradizione culinaria ricomincia a sbizzarrirsi, sfruttando questo versatile ingrediente per realizzare piatti prelibati. La zucca non è solo una verdura esteticamente fascinosa, ha la meravigliosa caratteristica di poter essere sfruttata in ogni sua parte: dalla polpa alla buccia, senza dimenticare gli ottimi semi, insomma non si butta via quasi niente!
L’associazione che lega la pregiata cucurbitacea ai riti di Halloween, ovvero All Hallows Eve, in italiano la Vigilia di Ognissanti, è antica. La trasformazione della zucca in lanterna rappresenta l’esorcismo dalla paura del buio e della morte, crea un fragile ponte luminoso tra chi c’è ancora e chi non c’è più.
Ora si dà per scontato che la giusta cucurbitacea da intagliare e installare fuori casa sia come quella che ha in testa Jack ‘o lantern: la varietà si chiama “Hawden”, è grossa, arancione, ben divisa in spicchi. Inizialmente in realtà si intagliavano le rape: fu solo con la scoperta del Nuovo Mondo che verrà importato e preferito questo particolare ortaggio, più morbido da lavorare. Insieme a questo rito, sopravvissuto tra il sacro e il profano, ha preso piede negli ultimi anni anche in Italia un’attrazione che somiglia ai parchi-vendita degli alberi di Natale: si chiama pumpkin patch. Alcune aziende agricole hanno iniziato a trasformarsi per l’occasione in “parchi di zucche”, e le persone vi si recano per cercare le future lanterne da scavare, o qualcosa di adatto a decorare la propria abitazione. Ci sono anche i visitatori che cercano le zucche “solo” per mangiarsele… e come dargli torto!
Qualcosa di simile è nato anche nella campagna ferrarese, ma non è esattamente un pumpkin patch… è la Casa delle Zucche di Longastrino! È un’azienda agricola un po’ differente dalle altre, per la speciale attenzione che riserva alle protagoniste della stagione. Già da lontano, avvicinandosi all’entrata, si vedono squillanti macchie di colore che aspettano i curiosi. Le numerose qualità di zucche impilate e disposte attorno alla tenuta creano un’atmosfera fiabesca, fuori dal tempo. Colori sgargianti, texture differenti, forme improbabili e varie dimensioni rendono questo luogo una tappa immancabile per chi ama l’autunno, perfetto per una gita diversa dal solito, ma anche per chi semplicemente apprezza i prodotti che arrivano direttamente dall’orto. Qui non si incontrano solo le zucche ma anche cachi, melagrane, peperoni di ogni tono e sfumatura, peperoncini e cocomeri per la marmellata.
La magia dello spazio sta anche nel fatto che la sua notorietà non è ottenuta dai social, ma dallo spontaneo passaparola di chi capita qui e, folgorato dalla bellezza, scatta fotografie e realizza video, consiglia agli amici di andarci insieme, scatenando altra curiosità.
Incontro Rita Staffa, la proprietaria, mentre sposta un gattone nero che sta prendendo il sole, indifferente all’auto che deve passare per entrare nella tenuta. Mentre parliamo mi racconta qualcosa di inaspettato sull’azienda… il suo nome.
«Il nome non è quello ufficiale, sono le persone che hanno iniziato a chiamarla così: per la gente questa è La Casa delle Zucche».
Quanti anni ha l’azienda? Com’è arrivata l’idea delle zucche?
«Eh, l’azienda ha tanti anni, ma che abbiamo iniziato con le zucche è una ventina, anche se le coltiviamo già da prima. L’azienda agricola era di mio padre, Staffa Romano, poi è passata a me. Io ho un pochino ampliato la gamma di scelte delle zucche, per passione, dopo aver visitato una fattoria in Austria che ne coltivava di particolari. Ho iniziato a piantarne qualcuna anche io, decorative e non, poi sono diventate tante, mi sono fatta prendere un po’ la mano». Sorride.
«Ogni anno cerco di trovare varietà diverse, ho una selezione di semi che vengono da ogni parte del mondo. Non so quante varietà siano ormai, ma solo le decorative, le piccoline, sono centinaia».
Riuscite a conservare i semi delle specie che scegliete?
«No purtroppo no, bisogna ricominciare ogni anno e ricomprare i semi, perché sono spesso ibridi e se piantassimo i sementi di quelle coltivate non nascerebbe lo stesso risultato ricercato che abbiamo avuto a monte».
Quante persone lavorano qui?
«Io ho ancora l’aiuto di mio padre che anche se in là con l’età, è ancora molto attivo».
In effetti ho incontrato Romano Staffi mentre tornava dai campi, è un signore allegro.
«Poi saltuariamente certo, ci vuole qualche aiuto esterno, sia per la raccolta che per le piantagioni».
Posso immaginare! Già infrasettimana, durante l’orario di apertura, si vede il gran da fare di tutti alla Casa delle Zucche.
C’è sempre affluenza nonostante sia in un paesino lontano dalle strade principali e l’azienda non abbia i social, ma solo qualche informazione indicata su internet, strettamente indispensabile come la via e gli orari di apertura…
«No, niente social. Ma è da qualche anno che abbiamo questa affluenza più massiccia e le persone arrivano qui spesso tramite il passa parola. In particolare durante il weekend passa molta gente, con famiglie e bambini e a noi fa molto piacere».
Ma… come si chiama il gattone che ho incontrato?
«Il gatto nero si chiama Pippo. Lui è davvero molto affettuoso e cerca sempre il contatto della gente per qualche carezza». Che dire? Un gatto nero in mezzo alle zucche è perfetto.
Dopo Halloween cosa accade alla tenuta?
«Ottobre è un periodo particolare e la tenuta è adornata. Ma tutto l’anno noi coltiviamo e vendiamo frutta e verdura. In primavera le fragole, poi cocomeri, meloni e tutta la verdura estiva. Diventiamo un punto vendita aziendale, certo dopo il giardino non è più addobbato, diventa il parcheggio dei clienti».
Ho notato che anche le verdure e la frutta che vendete normalmente sono particolari!
Hanno dei colori insoliti e bellissimi, anche loro fanno la loro figura sui banconi…
«Sì, è l’ultimo raccolto della produzione estiva: pomodori, peperoni, melanzane, meloni. Anche per loro cerco varietà diverse».
Quando iniziate a preparare la terra e piantare le regine d’autunno?
«Quando non è più periodo di gelate, verso primavera, iniziamo a piantare. Compro su vari siti specializzati in sementi di zucche e preparo le piantine in semenzaio fino a che le temperature notturne non sono più alte, poi piantiamo. Ora il tempo è più mutevole, non ci sono più tante gelate, ma a volte è comunque troppo freddo per loro».
Qualche segreto o Fata Turchina? Avete tante varietà, come le gestite? Dovete stare a diversi metodi di coltivazione o avete cambiato qualcosa nel tempo?
«Con l’ampliamento intedi? No, no, non abbiamo segreti, coltiviamo come prima. Le violine rimangono sempre le stesse, ma per quelle da intaglio, per esempio, scelgo le più resistenti ai parassiti e malattie, che possono contrarre nel periodo di crescita estivo, così da evitare interventi e imprevisti sulla produzione».
Qual è la zucca preferita dai clienti?
«Le zucche violine sono quelle più vendute».
Sempre sul podio.
Invece la sua zucca preferita, se ne ha una?
«Preferita per me… Beh, le decorative. C’è n’è una molto bella, striata di vari colori, si chiama “One Too Many”, una varietà abbastanza rara e dai semi costosi».
L’ho notata anche io mentre passeggiavo nel giardino, è effettivamente bellissima! Ma c’è da perderci la testa a sceglierne una sola tra centinaia.
Per una carezza al gatto Pippo e la soddisfazione di riempire il cestino con la propria personalissima selezione di questi ortaggi accuratamente selezionati con passione, potete recarvi a Longastrino, cercando su Google Maps o sul vostro servizio internet geografico preferito, inserendo l’indirizzo del casolare: via Molinetto, 63.
Nadia Lafrizi
Illustratrice
Nata a Ferrara nel 1996. In dirittura d’arrivo al Biennio di Illustrazione per l’editoria, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, comunque sempre con molta calma! Pasticcia tra artigianato e illustrazione dal 2015, fa altre cose che non c’entrano niente, rincorre i gatti e annaffia le sue piante da molto più tempo.

