Produrre miele in balcone? Si può fare!
Intervista ai creatori di B-BOX, l’arnia facile, per chi vive in città
Parole di Licia Vignotto | Dicembre 2024
© Beeing
Quanto sarebbe bello, a Natale, impacchettare per amici e parenti il proprio miele, fatto in casa? Molto bello, decisamente. Ma quanto sarebbe impegnativo occuparsi di un’arnia? Meno di quello che sembra!
Oggi Interno Verde Mag vi presenta Beeing, una start up innovativa nata in Romagna con l’obiettivo di portare l’apicoltura in quante più case possibili, quindi avvicinare a questa pratica antica – importante per mantenere e rafforzare la biodiversità del territorio – anche le persone che mai avrebbero pensato di poter produrre del miele in modo semplice e sicuro, sfruttando una porzione di giardino o addirittura un angolo del balcone. Per raccontarvi questa realtà abbiamo intervistato Roberto Pasi, ideatore del progetto.
Cominciamo dall’inizio: da dove nasce Beeing?
La risposta è molto semplice: tutto è nato in famiglia. Mio nonno era apicoltore, e io sono cresciuto trascorrendo le estati insieme a lui, aiutandolo e osservando con curiosità il suo lavoro. Quando è venuto a mancare, più di vent’anni fa, mi sono trovato con le sue dieci arnie in campagna, a Faenza. Qualcuno doveva prendersene cura, anche se richiedeva molto tempo e impegno. Così ho iniziato a dedicarmi seriamente al mondo delle api, parlando con gli apicoltori locali, e ho presto notato una grande lacuna: nessuno utilizzava il digitale per migliorare o semplificare l’apicoltura. D’altra parte, nonostante l’attività mi piacesse, sentivo che c’era un limite nel condividere questa passione. Ogni volta che volevo far conoscere le api a qualcuno, era un problema: bisognava indossare la maschera, le persone avevano paura, e l’esperienza risultava complicata. Così, insieme a Gabriele Garavini, che poi è diventato mio socio, abbiamo iniziato a pensare a come semplificare il tutto. Ci siamo concentrati sul progettare un’arnia più sicura e facile da usare, ideale per chi si avvicina per la prima volta all’apicoltura o per le scuole che desiderano educare i giovani alla sostenibilità.
L’idea inizialmente è nata per gioco, ma a un certo punto ci siamo resi conto che era il momento di fare sul serio. I progetti, se lasciati a se stessi, procedono a rilento, e così è nata la nostra arnia didattica, la B-BOX. Abbiamo deciso di licenziarci dai nostri lavori per dedicarci a tempo pieno al prototipo. Io lavoravo in un acceleratore di startup e avevo una preparazione sul tema dell’innovazione, mentre Gabriele era dipendente da Yoox. Nel 2017 abbiamo fondato la nostra startup e, da allora, siamo cresciuti costantemente. Abbiamo iniziato a lavorare a tempo pieno sul progetto nel 2018, e dal 2019 siamo entrati in piena operatività. Oggi il nostro team è composto da tre persone e siamo sempre più impegnati ad ampliare la nostra offerta. Proponiamo una vasta gamma di servizi che spaziano dallo sviluppo di apiari su misura all’adozione di alveari a distanza, con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere le persone nella protezione delle api e nella tutela della biodiversità.
© Beeing
Quali sono i parametri o gli obiettivi che hanno guidato il vostro lavoro?
I principali parametri che hanno guidato il nostro lavoro sono la sostenibilità, la sensibilizzazione ambientale e la creazione di un impatto positivo sulla biodiversità. I nostri obiettivi principali sono: educare e sensibilizzare il pubblico sulla fondamentale importanza delle api e della biodiversità, creando progetti e attività che coinvolgano direttamente le persone, promuovere pratiche sostenibili e supportare la biodiversità locale, favorendo la creazione di habitat naturali. In sintesi, il nostro lavoro è guidato dalla convinzione che unire l’innovazione e la sostenibilità possa fare davvero la differenza per il futuro del nostro pianeta.
Con B-BOX, fin dall’inizio, abbiamo voluto contribuire alla protezione delle api e degli altri impollinatori, fondamentali per l’ecosistema e per la sicurezza alimentare globale. Volevamo realizzare un prodotto utile ma che fosse anche bello, che avesse del valore estetico, e che fosse adatto alla vita in città. Volevamo anche che potesse avere una funzione didattica, e per questo abbiamo creato l’arnia con le pareti trasparenti. Così si possono osservare le api senza disturbarle. L’idea del camino alto è nata per garantire la sicurezza, delle api e nostra, rende difficile intercettare il volo e di conseguenza anche essere punti. Le api normalmente volano a quattro metri di altezza, quando escono dalle normali arnie, che hanno l’uscita in basso, fanno come gli aerei. Si alzano in volo, ed è in quel momento che puoi incontrarle. Se cammini in un parco non incroci mai un’ape, volano sempre sopra di noi. Anche sul sistema per estrarre il miele ci siamo impegnati molto, volevamo evitare il contatto, quindi la necessità di indossare ogni volta la maschera e i guanti.
Dall’idea alla realtà, quali difficoltà o opportunità avete incontrato?
Abbiamo sfruttato tante sinergie, abbiamo coinvolto dei designer ma anche docenti universitari. Insieme abbiamo progettato e confezionato il tutto. Abbiamo chiesto consiglio anche agli ingegneri di varie aziende che lavorano il legno, per capire dove e come sarebbe stato più facile reperirlo. I primi prototipi di B-BOX erano diversi da quelli che vendiamo ora, realizzarne uno a noi costava circa 1.500 euro. Ora possiamo vendere un’arnia restando sui 600 euro.
Chi sono i vostri maggiori clienti?
All’inizio pensavamo che i nostri clienti sarebbero stati soprattutto privati, persone interessate ad avere il miele fatto in casa e curiosi di approfondire il mondo dell’apicoltura con uno strumento semplice e sicuro come la B-BOX. Inoltre, abbiamo avuto ottimi riscontri anche da parte di scuole e famiglie, realtà che vogliono contribuire alla protezione degli insetti impollinatori e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della tutela della biodiversitá.
Un ultimo aspetto che ci ha sorpreso positivamente è la crescente attenzione anche da parte delle aziende. Oggi collaboriamo con più di 800 aziende italiane, che vedono nei nostri progetti un’opportunità per integrare la sostenibilità nei loro bilanci e nelle loro politiche ambientali. La creazione di apiari, l’adozione di alveari a distanza e le altre iniziative che proponiamo sono viste come strumenti concreti per contribuire alla biodiversità e al benessere del nostro pianeta, spesso come parte delle loro iniziative di responsabilità sociale d’impresa.
Come viene avviato l’alveare?
Abbiamo una rete di apicoltori professionisti, esperti e appassionati, diffusa su tutto il territorio italiano, che ci supporta attivamente. Quando qualcuno decide di avviare un percorso con noi, entra in contatto diretto con uno dei nostri apicoltori, che lo seguirà passo dopo passo. Prima dell’avvio, offriamo un periodo di formazione gratuita, fondamentale per imparare le basi dell’apicoltura e per garantire una gestione corretta e sicura dell’alveare.
Gestire un apiario non è un compito banale: richiede conoscenza, dedizione e una continua volontà di imparare. Per questo, ogni cliente viene affiancato da un apicoltore esperto che lo guiderà durante tutte le fasi, condividendo consigli pratici e rispondendo a ogni domanda. La formazione non si ferma al momento dell’acquisto, ma è un processo continuo, pensato per rendere ogni cliente autonomo e sicuro nella gestione delle sue api.
Quante api comprende uno sciame?
Uno sciame oscilla: d’inverno è più piccolo, può comprendere circa 20mila api. D’estate arriva a 50mila, diventa una piccola città. Tuttavia, uno degli elementi a nostro avviso più affascinanti di quando si inizia a familiarizzare con questa pratica, è rendersi conto di come lo sciame sia l’animale a tutti gli effetti. Noi siamo abituati a considerare le api come animali singoli, ma le api non sono complete da sole, possono vivere solo con lo sciame. L’animale è lo sciame, un animale diffuso e spezzettato. La regina non è il capo, la regina ha la funzione dell’apparato riproduttore. Le operaie possiamo considerarle equivalenti alle nostre gambe e alle nostre braccia. Tutte insieme le api possono prendere decisioni, scegliere quando e dove trasferirsi, e allora mandare in giro alcune esploratrici, col compito di trovare il posto nuovo. Quando le esploratrici tornano condividono le loro impressioni e insieme lo sciame valuta il prossimo passo. Le api comunicano attraverso la danza e hanno una capacità decisionale organizzata.
Quanto miele si può produrre installando B-BOX in giardino o in terrazza?
La produzione del miele dipende dallo sciame, quindi dipende dal numero delle api e da quanto stanno bene. Lo sciame medio, in Italia, in una stagione non pessima e non eccezionale, produce di solito sui 35 chili di miele all’anno. Diventa decisamente raccomandabile regalare qualche barattolo ai vicini.
Una parola per chi ha paura delle api?
Bisogna ricordare che quando un’ape punge dopo muore, lo fa solo in casi di estrema necessità, per difendere lo sciame. Non ha altri motivi per farlo, a loro interessano i fiori e basta. Bisogna solo non dare all’ape un motivo. Se si sente spaventata si difende ma non sarà mai lei a “iniziare”.
Un consiglio per chi, come voi, ha un sogno atipico da realizzare?
L’importanza della formazione, un conto è sognare, un conto è avere un progetto, da trasformare in prodotto e azienda. Ci hanno aiutato molto tutti i servizi della Regione Emilia-Romagna, che sono tanti. Ci siamo resi conto che c’è una vera e propria rete che può essere fondamentale non supporto, penso a premi come Incredibol, al bando regionale per le startup innovative. Sono tutti ottimi strumenti per imparare e iniziare a creare un network.

Licia Vignotto
Redattrice | Responsabile del festival Interno Verde
Co-fondatrice dell’associazione Ilturco, che nel 2016 ha ideato e lanciato Interno Verde, e co-fondatrice dell’omonima cooperativa impresa sociale, creata nel 2021 per gestire al meglio l’evento. Responsabile del festival, descrive il suo lavoro “una via di mezzo tra l’investigatore privato e lo stalker”.