Brainstorming con la monstera

Il metodo di sviluppo professionale ispirato alle piante, ideato da Stella Saladino

Parole di Sara Di Sabatino | Marzo 2024

Stella Saladino è ideatrice del Plants Inspirational Coaching, un metodo innovativo di sviluppo della creatività e professionalità basato sul binomio uomo-pianta.

Si descrive come insofferente alle strutture ingabbiate e proprio per questo coglie, abita e trasforma in valore la complessità del mondo. Lavora a progetti in collaborazione con grandi aziende, università, istituti di design, master e organizzazioni.

«Dedico il mio lavoro alla consultazione facilitata della VI – Intelligenza Vegetale, da parte di persone distribuite in contesti eterogenei, da aziende a collettivi artistici. Mi definisco designer del pensiero e ricercatrice indipendente sulla relazione tra essere umano e pianta. L’applicazione del metodo Phyto Centred può avvenire sia nel change management che nel decision making, ma anche nei processi creativi. Educare a vivere nella complessità non può prescindere dalla conoscenza del contesto in cui ci si muove, le piante lo sanno bene!».

I tempi della natura sfuggono inevitabilmente alla rapidità che richiede il mercato, preferendo un tempo più lento e consapevole. Questo Stella Saladino lo sa, ma sceglie di portare nelle aziende le sue piante coach in nome di una rinnovata esperienza ecologica, per innescare il pensiero laterale a condizione innanzitutto di disimparare, per apprendere da insoliti mentori.

La metodologia che ha messo a punto stimola le persone a intraprendere un’azione, esplorare soluzioni, imparare da una fonte di idee che ha beneficiato di quattro miliardi di anni di ricerca e sviluppo. Le piante ci insegnano a superare le difficoltà. I vegetali non si limitano a fornirci ossigeno, nutrimento, a rendere abitabile il pianeta Terra. In alcuni casi si dimostrano anche più intelligenti di noi nella progettazione di modalità efficaci di sopravvivenza.

Cosa avviene nella pratica uno degli incontri tipo che Saladino svolge nelle aziende e nelle realtà che si rivolgono a lei?
Si allestisce un tavolo pieno di piante coach che attivano un plant-storming volto a stimolare pensieri innovativi nel team di lavoro. Poi ogni partecipante sceglie la propria guida verde con cui fare il percorso, a cui rivolgersi per nuove idee o rispetto a un problema. Ovvero se abbiamo una domanda, ci dedichiamo all’osservazione scientifica della pianta per estrarne pattern e modelli cognitivi che possano fornirci una risposta. La chiave è il match tra le due intelligenze, umana e vegetale, per creare nuovi ambiti di risposta e d’azione.

Succede che da questo dialogo silenzioso arrivino intuizioni che portano a pensare fuori dagli schemi, con uno sguardo rivolto al futuro e alla modernità.

Foto di Elisa Massara

Nel libro Questo immenso non sapere. Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano, l’autrice Chandra Livia Candiani dice che «gli animali e gli alberi insegnano a non sapere, a tollerare di stare al mondo senza l’ossessione di capire. La loro assenza di controllo mi pare renda il loro mondo non più minuscolo, ma anzi vastissimo, misterioso. Sanno abbandonarsi, conoscono e insegnano una fiducia primaria e radicale».
È davvero questo il segreto per pensare come una pianta? In che modo  gli elementi vegetali possono costituire delle preziose guide professionali?

«Focalizzare l’attenzione su un’altra vita – prosegue Saladino – fuori dal mio corpo, mi ha portato a vedere e sentire in modo differente da come facevo abitualmente. Calandomi all’interno del mondo vegetale ho trasformato la mia prospettiva e il mio sguardo irrimediabilmente, ricollocandomi in un sistema più ampio, assumendo nuove posture, a volte anche molto scomode, che mi hanno imposto un’ottica non più solo individuale, ma interdipendente».

Trovarsi in uno stato di immobilità forzata, ci racconta Saladino, l’ha spinta ad interrogarsi e a confrontare naturalmente il modello cognitivo umano con quello delle piante che osservava. Le piace raccontare che è stata pianta, e questo stato effimero le ha permesso di constatare che le piante non sfuggono ai problemi, piuttosto vi rimangono radicate e gestiscono le avversità. Altra caratteristica a loro vantaggio è la modularità strutturale: l’apparato radicale è una sorta di organizzazione multicentrica, in cui le funzioni chiave sono distribuite capillarmente su tutta la superficie, come una rete di piccoli elaboratori indipendenti, ma che contribuiscono al funzionamento generale.

Tra i primi risultati positivi dopo l’applicazione del metodo, c’è dunque una nuova contezza del saper stare in una collettività.

«Nella realtà nessuna tipologia di organismo può sopravvivere davvero isolata dal resto, inclusi noi essere umani… niente può essere effettivamente trattato in modo isolato! Lo studioso Edgar Morin ci chiede di andare oltre la nostra educazione ipersemplificata per ripensare piuttosto un’intelligenza relazionale, abbracciando la bellezza della complessità. Essere consapevoli delle interconnessioni di un sistema può essere determinante, sia per saperci stare dentro che per farlo evolvere. Vivere in una realtà interconnessa necessita forzatamente di nuovi schemi cognitivi, quindi anche di nuovi modi di guardare».

Seguendo queste suggestioni, viene da indagare la relazione fra noi e le piante.

Come ci percepiscono? Cosa rappresentiamo noi per loro?

«Raramente per esempio si sente parlare di intelligenza vegetale applicata al design. Non come corredo, ma come elemento agente e attivatore di nuovi concetti. The new design Thinking is Plants Thinking, affermo spesso. Le piante sono le più grandi designer. Abitano, creano e progettano il pianeta da sempre!».

Alla base del progetto di Phyto Centred Design, c’è innanzitutto il ripensare il nostro posizionamento nello spazio, che è un po’ come ri-configurare il design delle nostre esistenze. Questo è possibile traendo ispirazione dal mondo vegetale, immaginando nuovi approcci progettuali che tengano in considerazione tutti gli esseri, senza distinzione.

Le piante ci suggeriscono quindi di provare ad assumere un punto di vista diverso, ribaltando le prospettive a cui siamo saldamente ancorati per sperimentare nuovi approcci più consapevoli.

Stella Saladino ha anche pubblicato un libro che raccoglie il suo approccio e le sue teorie con ricadute sia in campo artistico-creativo che organizzativo-aziendale: Pensa come una pianta, uscito per Flaco Edizioni nel 2022.

Sara Di Sabatino

Redattrice

Ferrarese d’adozione, viene da un paesello nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Ha studiato a Bologna e ora si occupa di didattica museale al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. La scrittura è per lei un muscolo che va allenato, un ponte che ti porta nel mondo (e a casa).

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