Il Giardino Nascosto del Siena Art Institute
Permacultura e inclusione per prendersi cura della diversità, umana e vegetale
Parole e immagini di Claudia Russo | Novembre 2024
A ridosso delle mura medievali di Siena, in prossimità dell’imponente Porta Romana, si cela un posto sorprendente: il Giardino Nascosto, luogo di confine tra il centro storico della città e la sua periferia, da poco inaugurato. Come suggerito dal nome, se non ci fossero le indicazioni non sarebbe facile accedervi, poiché la folta vegetazione cela questo angolo di pace che, fino a poco tempo fa, non era altro che un roveto inaccessibile. A districarlo e a dargli un senso, è stato il Siena Art Institute (Sart), un’organizzazione artistica che nel 2019 decise di acquistare qui un edificio, colpita dalla presenza del folto verde, per stabilirvi la sede dell’Istituto d’arte contemporanea, della Siena School for Liberal Arts e della Mason Perkins Deafness Fund, ente che lavora con la comunità sorda e sordocieca per la promozione della LIS e della cultura sorda.
Le idee, il Sart, le ha avute chiare sin da subito: sostenibilità, accessibilità e promozione culturale dovevano essere i tre pilastri di riferimento per valorizzare quest’area: oggi una perfetta miscela dei tre ingredienti, che si compenetrano tra loro, divenendo funzionali l’uno all’altro.
«Nel momento in cui abbiamo pensato a come gestire questo spazio, la permacultura ci è sembrata l’unica strada intellettualmente e umanamente possibile»
ci racconta Miriam Grottanelli de Santi, direttrice del Sart, motivando la scelta di progettare il giardino con un permacultore, per far sì che si disturbassero il meno possibile la flora e la fauna già presenti in loco. Ecco allora che quando si è pensato a un corrimano per il sentiero che attraversa il giardino si è scelto di usare semplici pali, poco invasivi per il terreno.
«La permacultura – continua Miriam – insegna a prendersi cura della terra e di tutte le energie che lì si incrociano, per ottenere la massima armonia possibile. Anche da un punto di vista intellettuale, questo va molto d’accordo con la posizione che vogliamo avere rispetto alle comunità con cui lavoriamo: quella senese in primis, passando per artisti internazionali, fino alle comunità marginali come quella del carcere, degli immigrati e dei sordo-ciechi. L’intento è quello di creare un circolo energetico di cui noi vogliamo essere il fulcro».
La sostenibilità non può, pertanto, essere scissa dall’accessibilità, e a tal proposito il costante dialogo con la comunità sordo-cieca è stato uno spunto prezioso. I rami tagliati durante la potatura, tinti di bianco acceso, sono diventati una guida che delimita il sentiero e permette agli ipovedenti di seguirlo più agevolmente. Le sedute sono circolari, per facilitare il dialogo in Lis ed essere più accoglienti per tutti: la forma circolare rispetto all’angolo retto è più rilassante per il nostro occhio. Erbe aromatiche creano isole sensoriali emanando il loro intenso profumo e gli angoli destinati alla lettura hanno Qr code dipinti sui tronchi: non rimandano solo a testi ma anche a materiale audiovisivo, per garantire l’inclusività di tutti.
Al rispetto per la diversità biologica e per quella umana va aggiunto l’ultimo ingrediente: promozione artistica e culturale q.b. per creare il mix perfetto. Il giardino del resto è un’estensione dell’Istituto di arte contemporanea del Sart e, per questo motivo, è costellato di opere d’arte che, oltre a rendere il luogo più bello, ne migliorano l’accessibilità. Le ceramiche installate sul corrimano offrono, ad esempio, interessanti suggestioni tattili per la comunità cieca.
Ci imbattiamo anche in alcuni pouf: due sono realizzati all’uncinetto, altri due sono opera di un sarto senegalese, che ha utilizzato iuta e tessuti africani. Ma come riempirli? Fibre sintetiche non erano nemmeno da prendere in considerazione, e allora perché non adoperare tappi di sughero usati, salvandoli da un triste destino nel bidone dei rifiuti?
«Questi pouf sono esemplificativi della prospettiva che intendiamo adottare nell’evoluzione di questo posto», commenta Miriam.
Il Giardino Nascosto è appena nato ed è ancora in forte trasformazione: «vuole essere un luogo vivo, un luogo dove nulla è fisso». Le prime visite guidate dal carattere non convenzionale, accompagnate da attività di sensibilizzazione ad opera della comunità sorda, si sono svolte a cura di Fondazione Musei Senesi, Gruppo Trekking Senese e Mason Perkins Deafness Fund, nell’ambito del progetto dedicato alla sostenibilità Florere. Seminare pratiche di sostenibilità, che andrà avanti per tutto il 2025, e di cui il Sart è capofila. Un’importante opportunità per far conoscere il giardino e per restituirne appieno il senso: «non ci aspettavamo così tanta partecipazione!», ci dice Miriam sorridendo.
«Il Giardino Nascosto vuole insegnarci che ci sono zone celate, liminari, di cui magari si parla poco, ma che contengono ricchezze da cui tutti possiamo imparare. Quello che abbiamo voluto fare qui non è imporre qualcosa ma seguire i suggerimenti dati dalla natura e dai nostri valori di accoglienza e creatività», conclude Miriam. Insomma, pochi metri di terreno racchiudono un vero e proprio universo, sta a noi coglierne i benefici.
Un sentito ringraziamento a Miriam Grottanelli de Santi, direttrice del Siena Art Institute.
Claudia Russo
Redattrice
Classe 1997, Claudia Russo è nata a Bari ed è una storica dell’arte. Ama i viaggi, le serate conviviali e le buone letture, sogna una vita vista mare ed è sempre alla ricerca di posti nuovi da esplorare. Se la senti parlare con le piante, chiamandole per nome, sappi che è tutto normale.