La Vigna straordinaria, piena di libri e biodiversità
Cos’hanno in comune Carlo Scarpa, gli antichi trattati sul vino e il geranio di Monte Baldo?
Parole di Ilaria Torresan | Immagini di Giulia Nascimbeni | Novembre 2024
Il 2024 è l’anno in cui Il festival Interno Verde è arrivato per la prima volta a Vicenza, nel fine settimana del 28 e 29 settembre. Già il sabato mattina si vedevano persone avvicinarsi alle entrate dei giardini mostrando timidamente il braccialetto, non del tutto certe di stare facendo la cosa giusta. Altri passanti osservavano incuriositi le bandiere, sulle quali non ci sono scritte ma solo i simboli dell’evento, domandandosi che cosa significassero. Molti poi si fermavano davanti ai portoni e sbirciando dentro esclamavano: “non sapevo che qua dentro fosse così bello!”. Abbiamo sentito pronunciare questa frase molte volte davanti al portone della Biblioteca Internazionale La Vigna.
Si tratta di una delle biblioteche più fornite al mondo in materia di scienze agrarie e civiltà contadine, contenente oltre 62mila volumi databili dal XV secolo ai giorni nostri.
Il proprietario del nucleo originario della biblioteca era Demetrio Zaccaria, imprenditore vicentino attivo in molti settori, dal tessile alla finanza. Aveva iniziato a studiare i vini per poter elargire consigli ai suoi colleghi internazionali, che gli chiedevano sempre pareri sui vini da acquistare, dato che era italiano. Da lì aveva cominciato ad appassionarsi alla materia e a comprare sempre più libri, non solo sul vino, ma anche sulla viticoltura e la società contadina. È nata così la biblioteca Internazionale La Vigna, che, a partire dal 1981, è stata collocata nel Palazzo Brusarosco Zaccaria, sotto i portici di contrà Porta Santa Croce.
Il palazzo, oltre a vantare interni restaurati dal celebre architetto veneziano Carlo Scarpa, possiede un bellissimo giardino, reso visitabile per la prima volta dopo molto tempo proprio in occasione di Interno Verde. Noi della redazione di Interno Verde Mag abbiamo avuto modo di parlare con Alessandro Bedin, delegato veneto dell’Associazione Nazionale Pubblici Giardini, che si è occupato del ripristino dell’area verde.
Lo stesso Carlo Scarpa si era accorto delle potenzialità del giardino, per il quale aveva disegnato una serie di tavole in cui immaginava l’inserimento di vasche con dei giochi d’acqua e tanto di indicazioni su quali piante e fiori impiantare. Purtroppo il progetto di Scarpa non è mai stato realizzato, ma nel recupero era impossibile non tenere conto dei lasciti di un così illustre architetto, anche per quanto riguarda la scelta delle piante:
«siamo partiti dai suoi documenti, per esempio, era nell’intenzione di Scarpa mettere a dimora un melograno, cosa che abbiamo fatto. Scarpa giustamente aveva una visione molto architettonica, rigida, mentre dal punto di vista botanico il nostro intervento è stato molto più ricco, e abbiamo intenzione di continuare a fare integrazioni, perché c’è ancora spazio e perché il giardino si presta a piante ornamentali particolari della nostra flora regionale».
Mentre ci accompagna in una passeggiata attorno al parco, Alessandro Bedin spiega con che criteri è stata pensata la rimessa a punto della vegetazione, scegliendo accuratamente quali piante e dove inserirle, prediligendo specie tipiche delle zone vicentine:
«alcune piante non hanno avuto assolutamente bisogno di irrigazione per tutta l’estate. Ad esempio, questo geranio erbaceo dalle foglie molto profumate che fiorisce ad aprile, è una pianta da ombra secca, cioè non soffre la siccità, perché tende a coprire e portare via luce e spazio alle altre piante. Noi l’abbiamo lasciato fare. Ha una fioritura rosa, ed è una delle piante più apprezzate dai tedeschi: se andiamo in un giardino tedesco, troviamo quasi sempre il Geranium macrorrhizum, ma è un endemismo (ovvero una specie tipica del territorio, ndr) del Monte Baldo».
Il recupero è stato realizzato seguendo dei metodi di giardinaggio molto recenti, facendo uno studio sulle specie presenti e sulle loro potenzialità, senza avere timore della comparsa di vegetazione non prevista:
«prima, con la gestione grossolana che veniva spesso fatta nel verde pubblico, si tagliava tutto indiscriminatamente. Qui ora iniziano a rispuntare piante che non abbiamo piantato, ma che dobbiamo mantenere. Manteniamo anche dei piccoli inserimenti che teniamo abbastanza selvatici. Sono tutte specie che facevano parte del bagaglio del giardino, e sistemandolo sono ricresciute. É in pratica un lavoro che stiamo facendo con la natura. Se si taglia indiscriminatamente, sparisce tutto».
Alessandro prosegue la passeggiata spiegandoci come alcuni studi hanno dimostrato che la chiave per mantenere un giardino in salute è la biodiversità, vale a dire la coesistenza di tante piante diverse, anche quelle che tendenzialmente considereremmo infestanti:
«è stato notato che tagliando una conifera vicina ad altre piante, anziché morire, questa cominciava a creare un callo cicatriziale sopra tutto il taglio. Ciò significa che l’apparato radicale restava vivo. La pianta era morta, ma viveva tramite il collegamento delle sue radici con quelle delle altre piante, con lo scambio di elementi nutritivi. Dove c’è biodiversità, la competizione tra specie è molto minore rispetto alla cooperazione».
A passeggiare con noi nel parco della biblioteca, c’è anche il vicepresidente e membro del comitato scientifico della biblioteca Raffaele Cavalli, che ci racconta come la Biblioteca Internazionale La Vigna continui ad esistere e svilupparsi, anche dopo la morte del fondatore Zaccaria. Il nucleo originale viene aggiornato con nuovi volumi, allargandosi anche ad una sezione di periodici, e talvolta acquistando fondi di terzi. Oltre a ciò, è significativo ricordare che la missione della biblioteca si estende ad altri progetti per la cittadinanza:
«la biblioteca è un motore, che va al di là della conservazione e della messa a disposizione di libri. Come dico sempre, il nome completo è Centro di Cultura e Civiltà Contadina, perché Demetrio Zaccaria voleva che qui ci fosse un centro che animasse la società; ciò avviene con presentazioni di libri, convegni a tema, partecipazione a ricerche. Ad esempio adesso siamo parte di un’attività di ricerca che si chiama Cities, legata alla produzione e al consumo alimentare nelle città. A settembre inoltre abbiamo ospitato il premio Vicenza Fiorita, un concorso aperto a chiunque abbia un giardino, una terrazza, un negozio e uno spazio pubblico, e tenti di valorizzarlo attraverso piante e fiori. Si partecipa gratuitamente e poi una commissione seleziona i primi tre, per le quattro categorie appena citate. Questa iniziativa ha coinvolto il FAI Giovani Vicenza, l’associazione Amici dei Parchi e la Biblioteca La Vigna».È infatti naturale pensare che la Biblioteca Internazionale La Vigna sia accentratrice di persone, considerato come da sempre gli esseri umani creano spazi di condivisione attorno vino e al cibo, sia in una prospettiva familiare, come accadeva nella vita contadina, sia come linguaggio comune in grado di superare barriere, culture, etnie. Per concludere con le parole di Raffaele Cavalli: «indipendentemente dalla formazione culturale di una persona, quando parli di vino, di cibo, intercetti chiunque».
Ilaria Torresan
Redattrice
Appassionata di arte, architettura, design, musica e cinema, crede nel valore sociale della cultura, specie quando si tratta di preservazione ambientale. Non ha il pollice verde, ma ama i fiori e le piante di suo papà. Nel tempo libero parla ai microfoni.
Giulia Nascimbeni
Fotografa | Art director di Interno Verde
Grafica e fotografa. Collabora con l’associazione Ilturco dal 2016, ovvero dalla prima edizione del festival dedicato ai giardini di Ferrara, è co-fondatrice della cooperativa Interno Verde, creata nel 2021 per supportare la crescita dell’evento. Se fosse una pianta sarebbe un agapanto.