La Milano che profuma
Il giardino del Magna Pars, il primo hotel à parfum del mondo, fra scoiattoli e liquidambar
Parole di Debora Vitulano | Settembre 2024
© Magna Pars
Nel centro di Milano, vicino ai Navigli e alla storica stazione di Porta Genova, sorge un profumato polmone verde che accoglie specie arboree da svariati angoli del pianeta. Si tratta del giardino del Magna Pars, il primo hotel à parfum del mondo.
La sua creative director, Ambra Martone, ci ha raccontato la storia di questo edificio, rinato da una fabbrica cosmetica, del giardino, dei suoi ospiti – non solo vegetali! – e del suo legame con le fragranze che qui vengono prodotte.
Una profumata storia familiare fra industria e natura
Il Magna Pars è un edificio post-industriale, frutto della riqualificazione edilizia della fabbrica Marvin, fondata negli anni Quaranta del secolo scorso dal nonno di Ambra, Vincenzo Martone. Qui si producevano farmaci, cosmetici e profumi, un’eredità evolutasi nella moderna ICR, che si trova oggi a Lodi. La storica sede è stata trasformata in un hotel a cinque stelle in cui ogni suite è associata a una delle materie prime utilizzate in LabSolue, laboratorio di profumeria che ha sede nella hall della struttura.
«Il giardino del Magna Pars è il nostro cuore pulsante», spiega Ambra. «L’abbiamo creato non solo per offrire un’oasi di pace e tranquillità nell’attiva e vivace zona del design, ma anche perché volevamo avere le specie botaniche da cui estraiamo le preziose materie prime della profumeria».
© Magna Pars
L’architettura del giardino fra varietà di altezze e stagionalità
Il giardino include diverse specie di piante, scelte non solo in base alle materie prime utilizzate in profumeria e al clima lombardo, ma anche nel rispetto della stagionalità: «Volevamo creare un luogo che potesse mutare col passare delle stagioni per mostrare l’evoluzione della natura, prediligendo le nostre essenze».
Oltre a mescolare piante caduche e sempreverdi, si è scelto di variare con le altezze: «L’armonia del nostro giardino si esprime nel contrasto tra alberi alti – alcuni piramidali e altri più pieni – e la parte di arbusti e sottobosco. Il concetto stesso di stagionalità, dunque, è stato pensato su due livelli per dare un’idea di passaggio, cambiamento ed evoluzione».
© Magna Pars
© Magna Pars
Le famiglie olfattive della profumeria conquistano il giardino
«La filosofia di LabSolue è glorificare sempre l’albero nella sua totalità», spiega Ambra «per questo suddividiamo le essenze in tre famiglie olfattive: legni e resine, frutti aromatici, fiori». Queste tre componenti sono anche protagoniste del giardino del Magna Pars.
Fra i legni spiccano tre piante di liquidambar, alberi diffusi in Nord America e in Oriente, molto usati in profumeria:
«il nome deriva dall’arabo e significa ambra liquida, perché incidendo la pianta si estrae lo storace, una resina profumatissima che noi utilizziamo per conferire una nota ambrata, calda e avvolgente alle nostre fragranze». Il liquidambar, che dà anche il nome al lounge bar dell’hotel, incarna perfettamente il concetto di stagionalità di cui sopra: «in autunno le sue foglie da verdi diventano prima rosse e poi, prima di cadere, color ambra».
Un altro albero caratteristico è l’ulivo, che, oltre a essere già presente all’interno del giardino, sarà anche protagonista del roof deck, che Ambra ci svela in anteprima: «abbiamo deciso di creare un uliveto sui tetti di Milano. Ci saranno una siepe di ulivi cipressini e delle piante più importanti di ulivo, che saranno illuminate come delle sculture. L’inaugurazione è prevista per ottobre».
A proposito di novità, quest’anno sono arrivati anche i bergamotti di Calabria: «sono un regalo di Capua 1880, il più importante produttore di bergamotto al mondo, che collabora col nostro laboratorio. Ce ne ha mandati di tre diverse varietà, le stesse che utilizziamo per le nostre fragranze: Fantastico, Femminiello e Castagnaro».
Fra i fiori spicca il gelsomino, che si arrampica sulla scalinata del giardino e colorerà anche una delle pareti del nuovo roof deck. Non mancano gardenie e magnolie, piante divenute caratteristiche del capoluogo meneghino. Troviamo poi l’osmanto: «si tratta di un fiore che nasce in Oriente, ma ha trovato un terreno molto fertile nel Mediterraneo. Noi lo vediamo come un simbolo di arricchimento culturale fra Oriente e Occidente anche a livello olfattivo». Infine, un angolo aromatico accoglie il rosmarino ricadente, con i suoi piccoli fiori che vanno dal viola al blu.
Questo microcosmo botanico ha conquistato anche Alvina, una scoiattolina che si è spontaneamente insediata qui qualche anno fa ed è diventata ben presto la mascotte dell’hotel, tanto da avere una sua suite in legno.
Debora Vitulano
Redattrice
Giornalista, scrittrice, traduttrice ed editor freelance, vive tra Parma e Mantova. Italo-russa, è appassionata di linguistica, letteratura, musica, arte e moda. Pratica yoga, le piace viaggiare e ama la natura e gli animali.