Speciale Interno Verde Vicenza 2024
Il festival, raccontato (e consigliato) da chi lo organizza
Parole di Licia Vignotto | Immagini di Giulia Nascimbeni | Settembre 2024
Non è mai successo prima. Potrebbe bastare questo, come buon motivo per non mancare a Interno Verde Vicenza? Sabato 28 e domenica 29 settembre il festival debutta in città, aprendo eccezionalmente al pubblico 28 luoghi insoliti, inaspettati: giardini, cortili, parchi, frutteti, chiostri e orti. Passeggiando tra le tortuose strade del capoluogo veneto, sinuose come i fiumi che l’attraversano, basterà infilarsi nel giusto portone – come sempre contrassegnato dalla bandiera dell’evento – per viaggiare avanti e indietro nel tempo, scoprire spazi antichissimi e nuovi impianti, persone e storie che si rincorrono nei secoli, accompagnate da roseti e vitigni, ortensie e cipressi calvi, olea fragrans e pomodori. I giardini si ammirano, si coltivano e si studiano, certo, ma non solo. Si ascoltano, si leggono, si respirano, si chiacchierano, si sorridono. Dietro ogni albero, dietro ogni arbusto, ci sono nomi di persone, vicende, aneddoti, ricordi. Frammenti di passato incastrati con frammenti di presente, promesse di futuro.
Il primo consiglio per chi desidera vivere al meglio questo straordinario weekend non potrebbe essere più banale: esserci. Esserci coi piedi e con la testa, con gli occhi, le orecchie, la voce e gli angoli della bocca. Essere parte di questo eccezionale momento, fino in fondo, senza risparmiarsi: guardare e chiedere, salutare, lasciarsi stupire.
Tutto il resto è discrezionale, perché la varietà degli spazi è tale da intercettare gusti e attitudini diverse. I giardini dipendono dagli esseri umani – non c’è giardino senza giardiniere – e come loro rispondono a vocazioni differenti: ci sono i perfettini, i misteriosi, i modesti, gli impegnati, i lussuriosi, i confusionari, i devoti, gli analitici, i compassati, gli entusiasti, i giovani e i vecchi, gli impenetrabili.
Premesso questo, se dovessi consigliare un percorso valuterei l’idea di connettere gli estremi, abbracciare l’eterogeneità. Passerei dal brolo del Vescovo, vastissimo e generoso, solenne, al piccolo scrigno delle Gemme, brulicante di vita, giochi e nascondigli; dalla geometria del chiostro del Conservatorio alla colorata e fiorita confusione del Portico Rosso; dal vetusto Complesso di San Tomaso, attentamente restaurato e custodito dal Comando della Guardia di Finanza, al recentissimo giardino familiare creato dietro a Palazzo Valmarana Braga, inventato da zero per rallegrare i giorni bui della pandemia. Proverei inoltre a intercettare i racconti più insoliti: dall’energia volitiva della nobile Drusilla Dal Verme, che nell’Ottocento ha ripensato completamente Villa Zileri, dividendosi tra il disegno del meraviglioso parco romantico e la sperimentazione di nuovi metodi di allevamento, all’incontenibile passione che ha motivato l’imprenditore Demetrio Zaccaria a organizzare a Palazzo Brusarosco la più grande biblioteca del mondo dedicata all’enologia. E in tempi più vicini: dall’amore per la biodiversità che ha convinto l’azienda agricola 100 Orti a crescere oltre trecento varietà di pomodoro, all’insolita verve collezionista che ha fatto nascere, dietro le case di contrà Porta Padova, uno stupefacente esercito di cactus, figliato da una stessa pianta madre. Dedicherei anche una passeggiata alla signora Flavia, che non possiede un terreno dove innaffiare gli oleandri, i plumbago e gli acanto e ha trasformato l’intero quartiere Barche in un giardino diffuso, urbano, condiviso.
Una nota per gli infaticabili, gli stakanovisti, i festivalieri compulsivi che si divertono a incastrare il laboratorio di stampa floreale con il percorso guidato in lingua inglese (in programma ci sono entrambi, ovvio): sarebbe un peccato non sfruttare la bella collaborazione avviata da Interno Verde con Illustri, la biennale dell’illustrazione italiana che ha disseminato mostre in tutti i più prestigiosi palazzi del centro. I reciproci ingressi sono decisamente ridotti per chi vuole partecipare ad entrambe le manifestazioni: vale la pena darci un’occhiata! Le info dettagliate, così come il calendario completo delle iniziative dedicate alla natura, organizzate in sinergia con tantissime realtà del territorio, si trovano qui.
E infine un suggerimento per i rilassati, gli improvvisatori, i flaneur della domenica: seconda colazione nel giardino delle Gemme, con il gustoso ristoro vegetariano preparato da Silene; quattro passi svagati al Parco Querini, per vedere dentro le Serre l’esposizione di mail art curata dal fotoclub Il Punto Focale, con cartoline dedicate al tema del giardino segreto, affrancate e spedite da tutta Italia; e infine degustazione di vino biologico sotto l’affascinante androne di Palazzo da Schio, tra i reperti archeologici e le foglie del glicine centenario.
Interno Verde, come sempre, vi aspetta nei giardini!
Licia Vignotto
Redattrice | Responsabile del festival Interno Verde
Co-fondatrice dell’associazione Ilturco, che nel 2016 ha ideato e lanciato Interno Verde, e co-fondatrice dell’omonima cooperativa impresa sociale, creata nel 2021 per gestire al meglio l’evento. Responsabile del festival, descrive il suo lavoro “una via di mezzo tra l’investigatore privato e lo stalker”.
Giulia Nascimbeni
Fotografa | Art director di Interno Verde
Grafica e fotografa. Collabora con l’associazione Ilturco dal 2016, ovvero dalla prima edizione del festival dedicato ai giardini di Ferrara, è co-fondatrice della cooperativa Interno Verde, creata nel 2021 per supportare la crescita dell’evento. Se fosse una pianta sarebbe un agapanto.