La pineta dopo la tempesta
Il parco urbano di Milano Marittima, dal crollo di 7mila pini alla rinascita
Parole e immagini di Alex Giuzio | Agosto 2024
La storia del parco urbano di Milano Marittima inizia con una ferita. È quella provocata da una tromba d’aria e un downburst, termine con cui si indicano i fenomeni meteorologici che portano in pochi minuti un vento molto forte e una grande quantità di pioggia o grandine. Si tratta di eventi sempre più frequenti e intensi, a causa dell’elevata quantità di calore che si accumula in atmosfera per il riscaldamento globale, e che colpiscono soprattutto le aree costiere. In Italia, l’Osservatorio CittàClima di Legambiente nel periodo 2010-2024 ha contato 816 eventi meteorologici estremi (allagamenti da piogge intense, trombe d’aria e raffiche di vento, mareggiate, esondazioni fluviali, grandinate, eccetera) nei comuni affacciati sul mare, su un totale nazionale di 2.086. Due di questi hanno colpito la pineta secolare di Milano Marittima, un bosco esteso su 210 ettari classificato come sito di interesse comunitario e compreso nel Parco regionale del Delta del Po. La tromba d’aria è avvenuta il 10 luglio 2019 e secondo la Protezione civile locale ha provocato la caduta di oltre 4mila alberi in 580 mila metri quadrati. Il downburst si è abbattuto nello stesso punto quattro anni dopo, il 13 luglio 2023, facendo precipitare altri 3mila alberi.

Il tratto di pineta colpito dal downburst del 2019 © Comune di Cervia
I pini marittimi hanno delle radici fittone che scendono in verticale nel terreno e si imbevono dell’acqua dolce presente nel reticolo di falde che caratterizza questa zona geografica, ma a causa dell’innalzamento del mare e della subsidenza, l’acqua salata è salita fino al livello delle falde di acqua dolce, determinando ristagnamenti sotterranei e facendo marcire le radici fittone. Se sono in salute, le chiome dei pini possono resistere anche a forti raffiche di vento; ma se la radice è marcia, il tronco cade come un birillo. Ed è ciò che è accaduto due volte nel giro di pochi anni, con una perdita gravissima.

Una porzione di pineta senza più alberi in piedi
La pineta di Milano Marittima è il “polmone verde” della località romagnola. In questa zona, cittadini e turisti passeggiano alla ricerca di fresco, verde e natura. Le essenze arboree più rappresentative sono il pino domestico e il pino marittimo, ma è presente anche un grande numero di querce; mentre il sottobosco è ricchissimo di arbusti come il rovo, il biancospino, l’olivello, il ligustro, il caprifoglio e il crespino. 27 dei 210 ettari di pineta sono adibiti per il “Parco naturale”, un’area recintata con percorsi botanici e animali della fattoria. Tuttavia, oggi un enorme tratto è spoglio e assolato. Percorrendolo si vede ancora la traccia del passaggio della tromba d’aria, che ha creato un corridoio in cui non c’è nemmeno più un albero in piedi. Senza l’ombra degli altissimi pini, il terreno è secco e la polvere si alza ovunque. A terra ci sono i giovani alberi ripiantumati, ma ci vorranno decenni per raggiungere l’altezza di quelli che sono andati persi.
Confronto tra una porzione di pineta spoglia e uno limitrofo, dove la vegetazione è rimasta in piedi
Davanti a questa tragedia, il comune di Cervia ha deciso di reagire con un progetto che non si limita alla ripiantumazione di 10mila alberi, bensì vuole creare un parco urbano nella zona distrutta dall’evento del 2019. L’anno successivo il comune ha aperto un bando per un concorso di progettazione, al quale sono arrivate 32 proposte. Il progetto vincitore, presentato dalla società Alpina spa di Milano con un team di architetti, ingegneri e agronomi, ha un costo di 15 milioni di euro e prevede il ripristino di 60 ettari di bosco e la riqualificazione di altri 150 ettari di pineta, 16 ettari di aree umide e 24 mila metri quadrati di canali che attraversano l’area. In alcuni di questi è possibile praticare il kayak e arrivare fino alle saline, attraversando un percorso in mezzo ai tipici capanni da pesca. Il progetto prevede inoltre la ristrutturazione di alcuni edifici e l’implementazione di 12,5 km di infrastruttura ecologica, tra nuovi percorsi ciclabili e pedonali e riqualificazione degli esistenti, prevedendo in particolare collegamenti con il centro di Milano Marittima, le terme, il golf club e la Casa delle farfalle. Spazi per l’attività sportiva all’aria aperta, aree dedicate alla biodiversità (laghetti, stagni, canali) e la creazione di habitat naturali che stimolino la permanenza e la riproduzione di specie ornitiche stanziali e incrementino la presenza delle specie migratorie.

I tronchi degli alberi secolari abbattuti sono stati usati per realizzare panchine. Sullo sfondo, le ripiantumazioni dei pini
Secondo l’ex sindaco Massimo Medri, «il Parco Urbano di Cervia sarà una grande opera europea, un esempio di come si può mantenere un grande polmone verde, arricchendolo di funzioni e recuperando i manufatti ormai pericolanti. Le aree verdi saranno ampliate, rigenerate e rinforzate per favorire la biodiversità, secondo le esigenze e le conoscenze moderne. Sarà un luogo unico e un unicum internazionale, un prodotto turistico per i tanti amanti del verde e dell’ecosostenibile. Le acque assumeranno maggior valore, insieme alle alberature; sarà un’isola green dove trascorrere l’intera giornata a contatto con la natura».


La pineta di Milano Marittima
Per dare un nome al parco, il comune di Cervia ha aperto un concorso di idee e una consultazione online. La scelta è andata su Giuseppe Palanti, artefice nel 1912 della “città giardino” che ha preso il nome di Milano Marittima. Il parco urbano non sarà più la natura incontaminata come era in passato, ma il fatto che l’amministrazione di un comune turistico balneare decida di incentrare un’attrazione sulla natura anziché sul “divertimentificio” e la cementificazione a cui la riviera romagnola è stata legata per decenni, fa ben sperare in una presa di consapevolezza diversa. D’altronde la ferita della pineta di Milano Marittima è stata una delle conseguenze del riscaldamento globale, perciò occorre cambiare direzione per far sì che questi eventi non accadano più.
Alcuni rendering del futuro Parco Urbano Palanti

Alex Giuzio
Redattore
Alex Giuzio è giornalista specializzato in questioni ambientali, economiche e normative legate alle coste, al mare e al turismo. Scrive sul Manifesto. Ha pubblicato “La linea fragile” e “Turismo insostenibile”.