La rinascita di un fiume
L’Emscher, da “torrente di sterco” a via tra arte e storia
Parole di Irene Dovadoli | Illustrazione di Anna Di Perna | Agosto 2024
La regione della Ruhr si trova nella parte centro occidentale della Germania. È un’area fortemente interconnessa, grazie alla presenza di una rete di trasporti molto espansa. Rimango sempre sorpresa dalla facilità con cui si possono raggiungere le città vicine, per visitarne i musei e i giardini, o per curiosare tra i negozi e passeggiare. Organizzare una gita o un piccolo itinerario è davvero facile: si può fare in macchina, in treno, oppure in bicicletta.
A nord infatti si estende un tracciato che parte da Holzwickede (cittadina a est della più nota Dortmund) e arriva fino a nord ovest di Oberhausen. Questo lungo percorso, di circa 80 chilometri, si chiama Emscherkunstweg.
Chi conosce la lingua tedesca, avrà probabilmente già individuato le tre parole che compongono questo nome: Emscher, Kunst, Weg. La prima riporta il nome del fiume lungo il quale è stata realizzata la via ciclabile, la seconda significa arte, la terza significa percorso.
Emscher bei Nordstern 1951 © EGLV / Archiv
Il fiume Emscher storicamente si presentava come un filo argenteo che attraversava il paesaggio rurale, scorrendo tra foreste, paludi e campi. Questa visione idilliaca venne stravolta nell’Ottocento, dall’insediarsi delle industrie che iniziarono ad usare il canale come scolo. L‘aumento della popolazione, dello sfruttamento delle risorse e dell’intensa attività mineraria fu decisamente deleterio per il corso d’acqua. Quando i suoi argini cedettero, provocò non solo un’inondazione, ma un’epidemia di tifo e di colera. A seguito di questo grave episodio, nel 1899 si sentì la necessità di intervenire, unendo le forze dei soggetti coinvolti, per cambiare una sorte di degrado che sembrava segnata. Chi coordinava le attività industriali e minerarie si confrontò con le municipalità per fondare la prima associazione tedesca per la gestione delle acque, l´Emschergenossenschaft.
Emscher an der Brücke »An der Rennbahn« in Gelsenkirchen 2005 © EGLV / Klaus Baumers
Le prime risoluzioni prese dal nuovo ente non portarono un grande miglioramento: trasformarono il fiume in un canale fognario a cielo aperto, soprannominato Köttlebecke, ovvero torrente di sterco. Per fortuna oggi non è questo l’aspetto dell’Escher, che accompagna chi pedala lungo il percorso.
Nel 1987 fu lo scrittore e attivista Gunther Annen a immaginare e descrivere come il canale potesse essere riqualificato e, dato che nel frattempo ulteriori cedimenti avevano portato le miniere a spostarsi verso nord, la sua proposta riuscì ad essere accolta. Iniziò così un’importante conversione. Vennero costruiti canali sotterranei e impianti di trattamento per le acque reflue, liberando piano piano l’Emscher e i suoi affluenti dal cemento e dagli scarichi, operazione portata a completo compimento nel 2021. Intanto, l’aumento di flora e di fauna, già osservabile nei primi tratti riqualificati, diede buona speranza sulla riuscita del complessivo progetto di rigenerazione. Numerose specie di pesci furono reintrodotte e osservate nuovamente nuotare nelle acque ripulite, soprattutto nel tratto chiamato AKE, 51 chilometri che collegano Dortmund a Deusen, dove gli impianti di chiarificazione sono stati utilizzati in modo massiccio per quasi quindici anni.
Inges Idee, Zauberlehrling, 2013/2019 © Emscherkunstweg
Tornando al nome della ciclovia: compresa la storia della prima parola, che è un nome proprio e rimanda al passato e al presente del fiume… resta da capire il ruolo della parola Kunst.
Volendo immaginare un nuovo modo di vivere questi spazi, si decise di seguire l’esempio di iniziative già sviluppate in altri territori da IBA, ovvero dall’International Building Exhibition, dispositivo di sviluppo urbano e regionale. Si costituì quindi l’Emscher Park, una galleria d’arte pubblica a cielo aperto, che oggi conta 23 opere dislocate lungo l’itinerario. Tra gli artisti e gli studi paesaggisti coinvolti, si possono nominare Piet Oudolf, Atelier Le Baltö, Rita McBride, Tadashi Kawamata. Altri lavori sono stati realizzati in occasione dei diversi eventi pubblici organizzati dalla direttrice artistica Britta Peters, tra il 2010 e il 2019: sculture, piccoli padiglioni, giardini e spazi da esplorare. La comunità locale ha partecipato in molti casi alla loro realizzazione, conferendo alle opere una consapevolezza speciale, legata al travagliato passato del territorio. La presenza dell’Emscher Park Inoltre ha creato e sviluppato ulteriori attività lungo il fiume: fattorie e vigneti, bacini di ritenzione e aziende agricole, corsi rivolti a chi vuole approcciare pratiche sostenibili e iniziative educative, per approfondire gli ecosistemi presenti.
Piet Oudolf | Gross.Max, Theater der Pflanzen, 2010 © Emscherkunstweg
Per capire fino in fondo il significato della parola composta, bisogna arrivare al terzo termine: Weg. Tutto ciò che è stato descritto non sarebbe fruibile e frequentabile se non ci fosse stato un percorso, un collegamento. La ciclabile proviene dalla conversione di vecchie strade di servizio lungo il canale, ora utilizzate come arteria turistica.
Tadashi Kawamata, Walkway and Tower, 2010 © Emscherkunstweg
In un momento – come quello attuale – in cui la connessione si rivela fondamentale per favorire l’uso di mezzi diversi dall’automobile, Emscherkunstweg si presenta come un esempio brillante e stimolante, un progetto che ha saputo unire ecologia, arte e miglioramento sociale.
© Emscherkunstweg
Irene Dovadoli
Redattrice
Nata a Bologna, studia a Firenze ‘Architettura del Paesaggio’ per affinare lo sguardo su ciò che la circonda. Nel tempo libero fa danza contemporanea, lunghe passeggiate e visita musei. Ama i consigli su nuova musica o podcast e le chiacchierate serali.
Anna Di Perna
Illustratrice
Illustratrice, classe 1995. Diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, decide di intraprendere la strada dell’illustrazione, sua grande passione. Le sue illustrazioni sono incentrate sull’introspezione, sulla poeticità dell’ordinario e sulla delicatezza dei gesti.