Speciale Interno Verde Parma 2024
Il festival, raccontato (e consigliato) da chi lo organizza
Parole di Licia Vignotto | Immagini di Giulia Nascimbeni | Marzo 2024
Foto di Giulia Nascimbeni ©InternoVerde
Il primo appuntamento con il festival Interno Verde quest’anno sarà a Parma, sabato 27 e domenica 28 aprile, e per raccontarvi come – a mio parziale avviso – sarebbe bello godersi questo appuntamento partirei proprio dalla data. Negli scorsi anni la manifestazione si è svolta in mesi più caldi, tra fine maggio e inizio giugno. Quest’anno si è voluto anticipare per un motivo profumato e violaceo, volatile e radicato, delicatissimo e resistente allo stesso tempo, ovvero il glicine.
Tra le città che in questi anni ho avuto modo di esplorare e scandagliare, Parma spicca proprio per questa caratteristica: il glicine è ovunque. Non che sia difficile da vedere altrove, si tratta di una pianta abbastanza comune, ma per i giardinieri della Petite Capitale deve evidentemente aver rappresentato un chiodo fisso, un “mai più senza”, imprescindibile fondamento del “cortile elegante starter pack”. Dunque vagabondando tra cortili e giardini, infilandosi dentro i portoni dei palazzi antichi e nuovi, i suoi rami contorti ritornano sempre, si rincorrono. Viene da pensare a un’unica grande madre sotterranea, pervasiva e capillare sotto le strade del centro, che spinge il terreno e buca il suolo ovunque sia possibile, per cercare l’aria e il sole. Questa edizione di Interno Verde è stata pensata ad aprile per celebrare la sua fioritura, dunque il primo consiglio per chi ha intenzione di iscriversi all’evento non può che essere questo: cerca il profumo dei petali, cerca i grappoli dondolanti, cammina a testa in sù.
Posso sbilanciarmi e fornire qualche indicazione più precisa? Gli esemplari assolutamente da non perdere, secolari e stupefacenti nelle loro evoluzioni, si trovano a Palazzo Dalla Rosa Prati e nei chiostri del Conservatorio.
Foto di Giulia Nascimbeni ©InternoVerde
Un altro consiglio che mi sembra importante è questo: ovvio che la prima attrattiva di Interno Verde è la scoperta dei giardini privati, ma per vivere a pieno il festival vale la pena prestare tempo (e un pensiero amorevole) anche ai parchi pubblici. Fermarsi per un caffè e una fetta di torta ai tavoli de Lostello, circondati dagli alberi della Cittadella, oppure sfruttare la pausa pranzo per gustarsi un panino sotto al platano monumentale e ai cedri che abbracciano il parco della Pilotta. Entrambi questi spazi raccontano tantissime storie. Vale la pena aprire il libro del festival e leggerle, magari ad alta voce agli amici, oppure sfruttare l’audioguida e ascoltarle. Guardarsi attorno e immaginare la rocambolesca partita a calcio disputata alla Cittadella tra Pierpaolo Pasolini e Bertolucci (davvero? Certo, in campo si sfidarono la troupe di Salò contro la troupe di Novecento) oppure imparare a riconoscere nella forma della fontana vicina agli archi della Pilotta il tracciato di una chiesa distrutta.
Foto esposta nella mostra “Pier Paolo Pasolini a Parma”, Ape Parma Museo
L’ultimo suggerimento riguarda il tempo, che forse proprio quando si perde si ritrova. È abbastanza comune voler sfruttare al massimo… beh, più o meno qualsiasi cosa, eventi compresi. Siamo figli della società della performance? Eh, è andata così. Viviamo una quotidianità sempre più condizionata dalla gamification, che ci porta ad approcciare il mondo come una grande rincorsa di traguardi, dagli impegni lavorativi ai bicchieri d’acqua da bere al giorno? Così pare. Possiamo provare almeno ogni tanto, almeno qualche giorno all’anno, a non lasciarci impressionare dagli elenchi, a non trasformarli in “to do list”? Dai.
Foto di Giulia Nascimbeni ©InternoVerde
Gli spazi compresi nella mappa di Interno Verde a Parma saranno più di trenta: non c’è bisogno di vederli tutti, non c’è bisogno di correre, non c’è bisogno di completare nessun percorso. Meglio è chiacchierare con suore e frati (ne troverete parecchi, i conventi sono tra i luoghi dove meglio si è conservato il verde del centro storico), oppure svagarsi di fronte alle immaginifiche illustrazioni della mostra Botanica Fantastica, oppure ancora approfittare dell’apertura del giardino di Palazzo Marchi per andare a sbirciare i favolosi interni. Meglio è prendere i minuti e i quarti d’ora e le ore e buttarli in aria come coriandoli, stare a guardare da che parte svolazzano. Interno Verde apre i giardini di Parma una volta all’anno, questo è vero, ma tutto ciò che succede dentro il festival succede solo una volta all’anno, anche i dibattiti con gli sconosciuti sulla varietà della rosa gialla che sbuca in Borgo Valorio.
Foto di Giulia Nascimbeni ©InternoVerde
Infine, dato che so che questa domanda è implicita e ineludibile: ho dei giardini preferiti, ovvio, ma non è detto che ciò che interessa e piace a me interessi e piaccia anche agli altri. Premesso ciò, la mia personalissima e sentimentale preferenza nell’edizione 2024 va a questi cinque spazi: il giardino dell’ex Cereria, romantico e insospettabile, ricavato da quello che in origine era il cortile della fabbrica; il giardino di Palazzo Alinovi, con la vite arrivata dalla Grecia e i racconti di guerra e di Resistenza; il giardino di Palazzo Micheli Torracca, formale e ombroso, perfettamente conservato e affettuosamente curato; il cortile di Palazzo Miari, il più dolce e accogliente, il giardino di Palazzo Mauri, abbondante e misterioso, con la serra decorata e le immaginette dei santi incastrate nel muro.
Licia Vignotto
Redattrice | Responsabile del festival Interno Verde
Co-fondatrice dell’associazione Ilturco, che nel 2016 ha ideato e lanciato Interno Verde, e co-fondatrice dell’omonima cooperativa impresa sociale, creata nel 2021 per gestire al meglio l’evento. Responsabile del festival, descrive il suo lavoro “una via di mezzo tra l’investigatore privato e lo stalker”.
Giulia Nascimbeni
Fotografa | Art director di Interno Verde
Grafica e fotografa. Collabora con l’associazione Ilturco dal 2016, ovvero dalla prima edizione del festival dedicato ai giardini di Ferrara, è co-fondatrice della cooperativa Interno Verde, creata nel 2021 per supportare la crescita dell’evento. Se fosse una pianta sarebbe un agapanto.