Una città stratosferica

Chi ama Torino la immagina sempre più bella

Parole di Francesca Olivi | Immagini di Emma Gandolfi | Maggio 2024

«Se quanto desideriamo non è immediatamente sotto i nostri occhi, è proiettandoci in avanti, stimolando l’immaginazione per definire la città che vorremmo, che alcune idee diventano provocazioni. Partendo da visioni ingenue e radicali si può arrivare ad utopie realizzabili seppur ancora invisibili».

È questa la filosofia dell’associazione no-profit Torino Stratosferica, «un esperimento che vuole alimentare la riflessione su una città ideale e costruire visioni originali, coraggiose, contemporanee, alcune realizzabili, altre puramente utopiche, per i luoghi, gli abitanti, le attività e i servizi, la cultura, la percezione generale della città».

Com’è la città dei nostri desideri? Come vorremmo che fosse la nostra città nel futuro? Queste sono le domande che hanno iniziato a porsi, nel 2016, un gruppo di cittadini, appassionati di urbanistica e partecipazione. Si è iniziata a disegnare così un’ambiziosa visione collettiva, alimentata dalle idee di diversi rappresentanti dell’industria creativa locale: artisti ed editori indipendenti, progettisti, ricercatori, professionisti, studi, associazioni e festival, enti pubblici e privati, imprenditori e innovatori, con l’effetto positivo di fare emergere e rafforzare queste reti informali.

Nata come iniziativa indipendente, oggi diventata organizzazione culturale, Torino Stratosferica lavora sulla città per ridefinire il posizionamento dei luoghi, a partire dalle idee di chi li abita, stimolando nuove visioni sull’evoluzione urbana e riflessioni sul concetto di città.

Come scriveva l’autore inglese Somerset Maugham si possono conoscere le persone solo vivendo nei loro stessi luoghi e respirandone la medesima aria, perché è l’esterno che ne scolpisce l’interno. Da qui l’importanza del punto di osservazione di chi, tutti i giorni, percorrendo la stessa strada, guardando fuori dalla finestra del suo appartamento o dal sellino della sua bicicletta respira il suo quartiere e ne conosce i pregi, i difetti, ma soprattutto le potenzialità.

Proprio da un’esigenza condivisa nasce il progetto di riqualificazione urbana di Corso Farini: si tratta di un viale alberato situato di fronte al Campus Luigi Einaudi, sede dell’Università degli Studi di Torino e punto strategico per osservare la Mole Antonelliana.

Qui Torino Stratosferica ha coinvolto studenti, volontari, residenti, enti pubblici ed associazioni per realizzare tavoli, fioriere e panche in legno sostenibile. Punto centrale del progetto è il materiale utilizzato: proviene dal lavoro dell’organizzazione internazionale Cities4forests, che aiuta più di ottanta città in tutto il mondo a conservare, gestire e ripristinare le foreste. In particolare l’ente si occupa di facilitare il flusso dei finanziamenti per progetti a sostegno del verde, mettendo in contatto le amministrazioni delle città con i luoghi in cui il legno si ricava, per creare un rapporto sostenibile tra natura e cultura. Con l’avanzare dell’urbanizzazione e del cambiamento climatico occorre pensare a nuove soluzioni, interpretare la solidarietà globale in un’ottica particolare, puntando localmente su giardini e parchi, ma con una visione molto più ampia: il rispetto non solo degli ecosistemi delle foreste, ma anche dei diritti e degli equilibri socio-economici delle loro comunità.

Oltre che agli arredi, pensati dagli studenti di design e architettura del Politecnico, i weekend di lavoro in Corso Farini sono stati dedicati – grazie all’aiuto di botanici esperti – anche alla piantumazione di specie autoctone, in armonia con l’ambiente e la sua biodiversità.

Luogo di ritrovo, con la bella stagione lo spazio verde prende vita: sottili luci variopinte si colorano e un piccolo bar viene allestito per l’occasione, il tutto per fare da contorno ad eventi come talk, presentazioni, proiezioni e mostre. Si tratta dello stesso spazio di prima – un luogo di tutti e per tutti – ciò che cambia è la funzione: da viale dimenticato a luogo di ritrovo creativo.

Venerdì 3 maggio è stata inaugurata la stagione delle Farinate, ossia un programma di iniziative culturali, incontri ed eventi musicali che ogni giovedì porterà nello spazio pubblico autori e autrici, esperti di musica ed arte: produttori di cultura. Il primo format è “Billy! Una libreria, dieci libri”. In giornate diverse tre librerie indipendenti – libreria Therese, Il Ponte sulla Dora e la libreria del Golem – presenteranno alcuni libri, insieme ai loro autori. Tra questi, per esempio, ci sarà Viaggio di Carta di Rocco Pinto che per edizioni e/o ha raccontato di libraie e librai in giro per l’Italia e l’Europa; Estate Caldissima di Gabriella Dal Lago che vede protagonisti alcuni giovani lavoratori nell’industria culturale creativa in un’estate da crisi climatica e, infine, La traversata notturna di Andrea Canobbio – romanzo incluso nella cinquina finalista del premio Strega – legato culturalmente alla città. Nell’opera “edificio”, l’autore divide la città in ottantuno quadrati immaginari e ad ognuno vi dedica una passeggiata per stimolare la propria memoria, muovendosi sulla scacchiera della sua vita.

Dai libri si passa alla musica e agli spettacoli live, ma non solo perché il 6 giugno cinque classi di primo e secondo grado dell’Istituto Gino Strada coloreranno Corso Farini organizzando la festa di fine anno e preparando una “merenda sinoira” condivisa, fieramente di tradizione piemontese.

In questo spazio verde, Torino Stratosferica fornisce degli input, ma si apre anche a riceverli chiedendo alla stessa comunità che lo vive di decidere come usarlo e di avanzare proposte per serate, libri e dibattiti. Oggi qui ci si può fermare per leggere un libro, giocare a carte, studiare o schiarire la mente quando l’aria della propria casa comincia a essere priva di curiosità. Feste di laurea, ritrovi, cene improvvisate animano da mesi il parco: capace di spezzare la quotidianità, il verde urbano dà spazio al caso e all’imprevedibile,fatto di sguardi, idee e osservazione.

In ottobre arriva Utopian Hours, festival che racconta il “fare città”: le idee, i progetti e i luoghi che stanno migliorando la vita nelle città del mondo. Per tre giorni si darà voce ai protagonisti di questi cambiamenti: city maker, attivisti, architetti e innovatori condividono la propria esperienza, stimolando nuove visioni sull’evoluzione urbana e una riflessione sul concetto di città.

Una visione diversa della città attraverso uno strumento a portata di tutti: la creatività.

Francesca Olivi

Redattrice

Classe ’97, Francesca è venuta al mondo nella ridente precollina torinese da cui cerca di darsela a gambe nella ricerca di un altrove. Ora si barcamena tra diritto, libri ed arte. Quando non studia, scrive e organizza pellegrinaggi in Francia. Potete trovarla tra le incontaminate scogliere della Bretagna o i vitigni della Borgogna, luoghi con cui alimenta i suoi grandi entusiasmi per la natura. Ostinata coltivatrice del senso della meraviglia e dell’amore per il verde, qui cerca di condividere un po’ di bellezza con gli altri. E tanto le piace.

Emma Gandolfi

Illustratrice

Emma Gandolfi è un’illustratrice classe 98, che dopo aver completato gli studi alle Belle Arti di Bologna si è spostata ad Amsterdam dove lavora come freelancer. Il focus della sua arte sta nell’osservare la natura e valorizzare le forme strabilianti che offre.

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